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Dallo stemma direi senz'altro portoghese (cfr. stemma centrale sulla bandiera del Portogallo; il Perù ha uno stemma completamente diverso). Io pensavo ad una fornitura con paraluce dell'oculare modificato su richiesta del committente per inserire facilmente i filtri colorati, più che per l'uso con maschera. Ma su questo argomento sono completamente nel campo delle ipotesi. -
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Ho spulciato il manualone: bello! Manca solo un particolare, omesso logicamente perché chi operava non ne aveva bisogno, ma interessante per l'amatore: l'elenco delle caratteristiche dei vari M 3, M 13, M 16 ecc., e la ditta che li produceva. -
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Gli smanettoni ringraziano! 
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Altrove qualcuno porta gli Ibis in palmo di mano, ma è la prima volta che ne leggo con prove ed esaurienti motivazioni di prima mano. Che Diogene, cercando l'uomo, si avvicini en passant all'alchimia del binocolo ideale, tra prezzo e prestazioni?
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Anche se tardi, buona Pasqua a tutti i forumendoli!
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STIAMO LAVORANDO PER UN NOSTRO PROSSIMO RADUNO "PASSIONE BINOCOLI" - Salotto binomani disintossicati.
Ho provveduto alla prenotazione dell'albergo, già confermatami . Se si fa tavolata per la cena di sabato sono pronto a sacrificarmi 
abbandonando il regime dietetico 
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STIAMO LAVORANDO PER UN NOSTRO PROSSIMO RADUNO "PASSIONE BINOCOLI" - Salotto binomani disintossicati.
20-21/4 e 27-28/4 ho qualche difficoltà 
, ma 11-12/5 dovrei essere libero . Per gli altri, ad oggi, situazione confusa . -
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Grazie, Ottaviano! Al corso AUC - anch'io fanteria assaltatori - abbiamo lavorato esclusivamente con decimetro e spago, più un accenno al reticolo distanziometrico. Questo lo abbiamo poi usato un paio di volte al reparto, continuando la formazione come sergenti: ci davano il binocolo, facevamo l'esercizio e se lo riprendevano. Però qualcosa in zucca è rimasto e l'ho usato da privato.
@ david1213 : prova a vedere i Leica Geovid (binocolo con telemetro incorporato): a seconda dei modelli siamo sui 1950 - 3000 m di portata, per il prezzo ti lascio l'emozione della scoperta. Ma anche Swarovski, Zeiss, Meopta, Vortex ed altri hanno in catalogo qualcosa del genere, con prezzo adeguato alle prestazioni ed al nome. -
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Il reticolo inserito nei binocoli militari serve proprio a quello (alternativa economica - Scuola A.U.C. di Ascoli Piceno, 63° corso -: un decimetro ed un metro di spago 
). Però bisogna avere idea delle misure dell'oggetto preso a riferimento. Cioè: da casa mia vedo la vetta di un monte; se sul monte c'è la solita croce e so pressappoco quanto è alta, posso calcolare la distanza, altrimenti no.
Il mio binocolo è un Hensoldt 6x30 ex militare WW II, il reticolo ha tacche con indicazione 10, 20, 30, ecc. e intermedie, per cui è stimabile anche la 1.
La croce che c'è in vetta al Caccume (provincia di Frosinone, altezza 1095 m slm) so essere alta 14 m, e all'osservazione col binocolo da casa mia stimo sia alta 1,5 tacche. Divido l'altezza reale in metri per quella apparente in tacche 14:1,5 = 9,33; la distanza che mi separa dalla vetta è di 9,33 km.
Il decimetro e lo spago funzionano allo stesso modo: si stima sotto quanti mm appare l'oggetto di altezza nota con il decimetro tenuto ad un metro dall'occhio - ecco a che serve lo spago - si divide la dimensione nota per i mm e si ha la distanza in km.
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Bello! Io lo farei aprire e pulire: non sono operazioni di modifica o manomissione, ma di manutenzione periodica. Tutto sta a capire se la nebbia interna è dovuta a polvere, umidità o lubrificante evaporato. Magari puoi chiedere il parere di Ottaviano, e sentire Luca Mazzoleni; e poi decidere. -
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Impostando sul motore di ricerca "srpi morin jumelles" qualcosina si trova. A spanne direi che il tuo è la versione moderna dello Starlight 8x42 "acier", in cui i prismi di Porro sono montati in una scatola diversa (ho il sospetto che nel vecchio tipo i prismi fossero Porro 2, qui mi pare siano i classici Porro 1), rivestimento gommato a parte. E poi speriamo che Marco Ghirardi e Carlo Rossi ci illuminino sulla produzione di binocoli di Morin, più noto come fabbricante di bussole e strumenti di precisione. -
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Ricordi di bambino: quando guardavo ammirato il manovratore che faceva partire, correre, fermare il tram lavorando con la leva 
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Ma l'interesse per il tram era di famiglia: papà mi raccontava quando, bambino lui, con la sorellina organizzavano il tram in casa; sedie Thonet del soggiorno disposte ad arte, il grammofono a tromba posato sulla poltroncina con il variatore di velocità fungeva da motore e leva di comando, fornendo adatta colonna sonora, splendido quando il disco partiva da fermo e saliva gradatamente di giri . Del grammofono non ho notizie, probabilmente defunto sul campo dell'onore dopo simile trattamento, protratto e ripetuto; le sedie Thonet, sopravvissute a due guerre e tre generazioni, le usiamo ancora. -
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Mi direte che sono fissato, ma qui io abito, e sono per giunta pigro.
1) Il belvedere di Castro dei Volsci: si vede mezza Ciociaria, da Ferentino a Montecassino. Castro è un paese ben tenuto, raccolto; al belvedere c’è il monumento alla Mamma Ciociara, uno dei pochi che mi commuove (ho avuto la fortuna di vedere la scultura a terra, quando ero ragazzo: coinvolgente, ho avuto la prospettiva dell’aggressore davanti alle donne. Adesso, guardandolo sul piedestallo, ad un certo punto si cerca di risolvere il dubbio dei piedi: quanti ce ne sono? Crescono o mancano?). E se siete di domenica, controllate che alla Locanda del Ditirambo - uno dei miei rari posti del cuore - abbiano un tavolo libero: vale la spesa. Daniela, la patronne, è un sommelier di vaglia, senza sussiego ma con tanta gentilezza, semplicità e disponibilità. Oppure potete scegliere una delle altre trattorie del posto.
2) Usciamo di provincia e andiamo al mare: Terracina; obbligo di salire all’area archeologica del tempio di Giove Anxur che sovrasta la città. La visuale spazia dalle isole partenopee (Procida e Ischia) fino a quasi Anzio, e di fronte c’è l’arcipelago pontino. Attenzione: se l’aria non è tersa l’arcipelago sparisce, con venti da nord qualche volta si individua l’abitato di Ponza non dico ad occhio nudo, ma quasi. Il promontorio del Circeo è in evidenza, idem la piana di Fondi. Dove mangiare? C’è solo l’imbarazzo della scelta.
3) Andando verso Gaeta, troviamo la pittoresca Sperlonga. Se non la conoscete merita una sosta. Salendo verso Itri, il panorama, simile a quello di Terracina, si apre soprattutto sulla costiera: da innamorarsene. Tappa gastronomica? Ho un mio locale, ma …; diciamo che è sotto osservazione: una recente esperienza mi ha sorpreso negativamente. Per la serie Non tutte le ciambelle …: un giorno Alessio era in zona e ci siamo dati appuntamento per un minimini Rufeno: giornata calda e di foschia, non si arrivava a vedere Terracina, altro che parlare del Circeo o delle isole!
Suggerimento: quando si va per panorami, ricordarsi di portare con sé una bussola - ripassare l’uso per un rilevamento - ed una carta topografica della zona (quelle stradali del Touring Club Italiano al 200.000 restano tra le più chiare e leggibili): ci si toglie un sacco di dubbi cercando di identificare paesini e località. Potendo avere quelle dell’Istituto Geografico Militare al 50.000 poi siamo al top, ma è difficile avere tutte quelle necessarie a coprire una zona vasta e maneggiarle diventa un po’ lavoro da addentro ai lavori. -
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Questa mattina, sul tardi, veloce scappata al laghetto. Difficile parcheggiare l’auto: la giornata calda e primaverile (il termometro esterno dell’auto si ostina sui 18°) aveva richiamato un bel pubblico. Tutto tranquillo, però. Tra i pennuti niente di nuovo, solo gli stanziali, con un bello Svasso in evidenza mentre nuotava elegante e veloce. Al collo mi penzola l’Hensoldt Dialyt 8x32 mentre Lucia ha in mano lo Zeiss Dialyt 7x42 (zio e nipote?) e richiamiamo l’attenzione di un visitatore che ci chiede se siamo birdwatcher. Guardare li guardiamo, qualcuno lo riconosciamo anche, forse io sono più conoscitore di binocoli e tutti e due curiosi della natura più che specialisti. Ci parla di un pennuto visto prima tra le canne e ci fa vedere sul telefonino una foto: che potrebbe essere? La foto, ben mossa, accuratamente sfocata e sgranata, anche ingrandita potrebbe raffigurare qualunque cosa: dalla bombola di gas liquido abbandonata al pollo finito sotto una moto e appeso nel verde. La descrizione però, soprattutto del becco, sposta l’identificazione su di una Spatola; possibile? Non lo so, qui mai vista, forse una di passo. Chiederà al gruppo dei watcher di Roma con cui ha contatti; se sono quelli che ho incrociato io una volta …! Fotografavano tutto quel che pareva avere due ali, citavano nomi e cognomi anche in latino, ma non distinguevano un’alzavola da una cornacchia. Proseguiamo: i fiori dei salici ronzano di api, le foglie delle nuove tife che stanno spuntando promettono una vegetazione spettacolare. Notiamo che è stato aperto un nuovo percorso lungo l’immissario del laghetto, dove la corrente è veloce: sarà per la volta prossima. Rientriamo di corsa a casa: pici (pasta secca di lunga cottura) all’aglione (sugo in vasetto), regali dei figli, e stufato di manzo; bene i primi, molto bene il secondo. Il Falconaro della Cantina di Dolianova accompagna piacevolmente e induce a ripetere. Ci sentiamo!
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Nel campo binocoli riscopro i problemi affrontati in campo fotografico: paradossalmente il teleobiettivo è sempre troppo poco potente per i soggetti lontani, ma si esalta sui soggetti vicini, ingrandendoli e isolandoli dal contesto. Così i binocoli: a Posta Fibreno ho apprezzato il 10x soprattutto per soggetti vicini, esaltandone i particolari; per i pennuti lontani non dà grandi vantaggi rispetto all' 8x e si vorrebbe provare subito un 15-20x, con aggravio di difficoltà di puntamento, di oscillazioni. Da neofita avevo scoperto che in mare leggevo meglio i numeri velici con 8x rispetto a 12x: il secondo mi faceva leggere meglio la singola cifra, ma il complesso delle cifre, ossia il numero, restava più intellegibile con l'ingrandimento minore (in parole povere: tutto ballava meno 
).
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