L'ABC della collimazione

Per gentile concessione dell'amico Claudio Manetti: testi, illustrazioni e metodi per ottenere una perfetta collimazione del binocolo.

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  1. Daniele Ricci Mingani
     
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    SHEDA N° 1


    CORSO AVANZATO DI COLLIMAZIONE DEL BINOCOLO



    "METODO MANETTI"



    Per apprendere:
    1) La collimazione del binocolo a tutte le distanze interpupillari senza necessità di bloccarlo a un supporto e senza strumenti speciali di collimazione.
    2) La costruzione e l'uso di un apparecchio di collimazione che non richieda il bloccaggio del binocolo.

    I pochi testi reperibili sulla manutenzione nei binocoli, pur essendo abbastanza dettagliati su smontaggio e piccoli interventi di manutenzione nei binocoli a prismi di Porro, non arrivano a sviluppare completamente il tema della collimazione, poiché non spiegano come ottenere il parallelismo fra l’asse dello snodo (ossia l’asse meccanico del binocolo) e gli assi ottici, il quale solo consente di mantenere il parallelismo fra questi ultimi al variare la distanza interpupillare (interpupillary distance, d'ora in poi IPD). Qualche raro testo tratta abbastanza profondamente la collimazione, ma con apparecchi molto costosi e di difficile reperibilità, generalmente consistenti in un collimatore (il classico "tubo dell'infinito", generalmente doppio) verso cui puntare il binocolo e un cannocchiale ausiliario col quale controllare l'allineamento degli assi attraverso gli oculari del binocolo. Dato che il binocolo deve restare assolutamente immobile pur cambiando la IPD durante le operazioni di taratura, questi apparecchi sono molto pesanti e di alta precisione, troppo cari per essere alla portata non solo dell' appassionato ma anche di quei laboratori di riparazione che non hanno un gran numero di binocoli da riparare.

    Il consiglio di smontare prima una metà del binocolo e poi l'altra, usando come riferimento di collimazione la parte montata, presume che il binocolo da smontare sia ben collimato; ma la perdita di parallelismo è proprio il più frequente motivo di riparazione, e in tal caso nessuno dei due assi può essere usato come riferimento.
    Qualche testo consiglia di ottenere il parallelismo snodo - assi ottici puntando l'asse dello snodo verso un punto di riferimento e allineando gli assi ottici a quello; ciò richiede però un cannocchiale con reticolo per puntare lo snodo e un altro per controllare l'allineamento degli assi ottici. Il perfetto puntamento dello snodo è comunque difficile se non impossibile da ottenere, tanto è vero che collimatori verticali come il Möller Wedel o il Carl Zeiss, pur avendo l'attacco per il binocolo solido come una roccia, non si affidano alla posizione dello snodo per ottene¬re la collimazione. Inoltre molti binocoli di oggi, in special modo quelli con prismi a tetto, hanno l'asse centrale nascosto dal corpo del binocolo, per cui risulterebbe ancor più difficile puntarlo.
    Altri testi glissano il problema di una perfetta collimazione dicendo che le tolleranze del sistema di messa a fuoco centrale di molti binocoli a volte coprono la deviazione dal parallelismo alle varie distanze interpupillari. Quelle tolleranze possono essere migliorate, e comunque la deviazione dal parallelismo a certe distanze interpupillari potrebbe sommarsi agli errori introdotti dal sistema di messa a fuoco.
    Tuttavia è possibile ottenere la collimazione fra assi ottici e perno senza bisogno di mantenere bloccato l'asse meccanico del binocolo durante le operazioni di taratura. E questo si può ottenere non solo con un apparato di collimazione relativamente semplice che impareremo a costruire, ma anche senza ricorrere ad alcuno strumento di collimazione. È vero che la costruzione dell' apparato di collimazione garantisce maggiore precisione, poiché elimina quell'errore residuale che gli occhi pur educati del riparatore non percepiscono; ma usando semplicemente la vista e il ragionamento si possono ottenere collimazioni con tolleranze paragonabili e spesso migliori di quelle accettate nella produzione di serie.

    Il metodo che qui si propone non è l'ennesimo tentativo empirico di ottenere una collimazione "good enough". Da 25 anni uso questo metodo ogni volta che non ho un apparecchio di collimazione a portata di mano, si tratta di un metodo efficace e preciso. In ogni caso la collimazione di un binocolo, checché ne dicano certe pubblicazioni, non è affatto un lavoro facile. Sarà invece necessario un certo tirocinio per avere costanza di risultati, e certo non si potrà metter mano a tutti i tipi di binocolo: alcuni sono nitrogen filled, altri hanno varianti costruttive che potrebbero causarci difficoltà e rischi, altri ancora creano problemi di smontaggio causati dall'età del binocolo. When the play gets tough, the toughs start to play… in quel caso lasciate il gioco ai duri del mestiere, I riparatori professionisti esistono per questo. Se siete appassionati ma non riparatori di professione, consiglio di fare manutenzioni e riparazioni solo su binocoli sì buoni ma il cui valore commerciale non giustifica il costo di un laboratorio specializzato.
    Obbiettivo di questo trattato è soprattutto evitare che la produzione d'epoca di buona qualità ma di non elevato valore collezionistico vada persa perché il costo di riparazione è troppo elevato.
    Mi atterrò principalmente ai problemi di allineamento degli assi ottici all'asse meccanico, soffermandomi più brevemente su aspetti più conosciuti della collimazione, e comunque senza parlare dei moltissimi aspetti pratici del lavoro sui binocoli, che tuttavia bisogna conoscere per non provocare piccoli disastri: valga un solo esempio, quello della presenza abbastanza frequente e a volte insospettabile di lenti in plastica negli oculari di molti binocoli moderni, la cui pulizia è quasi impossibile senza danneggiarle. Il tema matching prisms, trattato ampiamente nell'ATM verrà qui solo accennato.

    Quale binocolo scegliere come cavia per imparare.
    Ovviamente sarà un binocolo di costo moderato, senza per questo essere di cattiva qualità. In questa trattazione generalmente mi riferirò a un tradizionale porro I con aggiustamento attraverso doppi eccentrici negli obbiettivi, ma i principi della collimazione assi ottici - asse meccanico valgono anche per qualsiasi altro binocolo e in generale per tutti gli strumenti a visione binoculare.
    Per apprendere eviteremo binocoli con ampio campo apparente (i wide field, per intenderci) e quelli di forte aumento. Sarebbe meglio uno con buona pupilla d'uscita. Un 7x50 con 7º di campo è l'ideale. Ma bisogna evitare quelli con la messa a fuoco con giochi meccanici, giacché introducono variazioni nell'allineamento che potremmo erroneamente ritenere conseguenza delle tarature che stiamo effettuando. Purtroppo la maggior parte dei binocoli economici ha questo difetto. Uno con fuoco individuale sarebbe meglio, ma di solito non si tratta di binocoli da usare come cavie. Penso che un'ottima scelta sia un tradizionale 7x50 russo (attenzione ai "ruby coated" e simili che spesso vengono spacciati per sovietici!), prezzo in Europa inferiore a 70 €, qualità ottica più che dignitosa, meccanica dei ponticelli degli oculari rude ma non con giochi (e peraltro migliorabile con pochi ritocchi), doppi eccentrici, non grandangolare e con grande pupilla d'uscita. Sarebbe un peccato se lo danneggiaste, ma perlomeno non avrete perso troppo denaro. Attualmente questo binocolo non viene assemblato con gli standard di 15 o 20 anni fa, così conviene controllarlo un poco prima dell'acquisto.

    Che succede se l' asse ottico non è allineato con l' asse meccanico di uno strumento

    Immaginiamo un cannocchiale montato su blocchi a V la cui lente obiettiva non sia stata montata in asse con il tu¬bo che la contiene ma un po' decentrata, sebbene non inclinata. Per questa ragione l'asse ottico di questo sistema di lenti non coincide con l'asse meccanico (il tubo) del cannocchiale e quindi, quando il corpo del cannocchiale verrà puntato verso un lontano oggetto, questo non sarà al centro dell'immagine. Se poi ruotiamo per 360º su se stesso il corpo del cannocchiale, quell’ oggetto sembrerà muoversi e alla fine della rotazione avrà descritto una circonferenza.
    Nel disegno MM' è il corpo del cannocchiale, cioè l'asse meccanico, OO' è l'asse ottico. Ruotando di 360º l'asse meccanico, l'asse ottico OO' cambia continuamente direzione. Gli infiniti punti di intersezione dell'asse ottico OO' con un immaginario piano P ortogonale all'asse mecca¬nico costituiscono una circonferenza. Questa sarà grande se la differenza di allineamento fra asse meccanico e asse ottico è grande, piccola
    se tale differenza sarà piccola.

    fig. 1 4C5HfG7l

    D'ora in avanti chiameremo OAT (Optical Axis Travel) questa variazione dell'asse ottico.

    Se invece le lenti fossero perfettamente allineate, il punto al centro dell'immagine resterebbe stabilmente al centro durante la rotazione del cannocchiale.
    È intuibile che, pur senza sapere dove punta il corpo (asse meccanico) del cannocchiale, lo si potrà scoprire facendolo ruotare di 180º; il punto verso il quale è allineato l'asse meccanico e col quale si deve allineare l'asse ottico è giusto a metà strada fra i punti al centro dell'immagine prima e dopo la rotazione (fig. 1)

    FINE SCHEDA 1

    Edited by Daniele Ricci Mingani - 30/10/2014, 23:16
     
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4 replies since 17/10/2014, 22:55   10426 views
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