ZEISS EDF 7x40 NVA / R - radioactive

Uno dei pezzi più feroci realizzati in questo ambito strumentale. Difatti, a mio parere, l'ultimo BLC.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Marco Ghirardi
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    901

    Status
    Offline
    Ciao a tutti, Mi spiaceva perdere questo mio scritto e conseguentemente lo riporto.

    Volevo condividere con voi le impressioni e alcune info su questo pezzo del 1988 (la H sulla serie lo identifica in tale anno).
    Era da tempo che volevo avere questo binocolo, e oggi (lo scritto è del 2011) mi sembra persino riduttivo definirlo tale, dopo averlo testato a fondo, ne sono ormai stato completamente catturato.
    Direi che piuttosto piuttosto di binocolo, si tratta di una perfetta e vera "macchina" da visione terrestre!
    Il binocolo è del 1988, qualche mese prima della caduta del muro.

    Le impressioni che ne ricavo durante l'utilizzo, in qualsiasi condizione, (sotto una nevicata fitta, come in pieno sole, anche su neve in alta montagna, o in una giornata di foschia tipica delle mie parti) sono estremamente coinvolgenti, direi impressionanti.

    L'EDF ha un modo di trasmettere il visibile decisamente molto "particolare, caratteristico" direi persino "cattivo", ultra inciso, a suo modo persino violento!, tanto sono definite le immagini.
    (il mio esemplare è in condizioni ottiche mint- difatti mai usato, in modo militare intendo).

    Usato al crepuscolo sbalordisce davvero per la luminosità e non fà sentire la necessità di una lente più ampia (il classico 7x50), ma che difatti risulterebbe, al confronto, solo più ingombrante.
    Alcuni giorni fà, guardando in una boscaglia a una distanza di c.a. 100 metri, sembrava che vi venisse acceso un faro all'interno, e nella foschia/nebbia densa regala un bel 30/40% di ulteriore visibilità e certo questo non è certo un periodo dell'anno con bella e tanta luce (novembre).

    Puntato poi, per una prova estrema, anche su sorgenti luminose forti (lampioni di notte), a 30 m., non presenta alcun riflesso (penso sia l'unico progetto a tetto a poter fornire queste prestazioni). Robustissimo, di ottima impugnabilità, splendidamente bilanciato e direi neanche troppo pesante perchè è ancora sotto il kg. (è a 980g.).

    Ovviamente nessun appannamento agli oculari a bassa temperatura, neanche con forti sbalzi di temperatura istantanei (da -10 a + 20 entrando in uno rifugio in alta montagna..).
    Comodo agli occhi e per nulla affaticante durante l'osservazione prolungata.

    L'immagine fornita, come precisione di dettaglio di visione, è perfettamente piatta, e comunque mantiene anche un'ottima profondità di campo (quasi come un Porro, sicuramente più vicino a questo schema che classico prismi a tetto, inconfrontabile ad es. con 8x30B Zeiss Safari - schema simile e anch' esso I.F.).
    L'immagine al bordo addirittura taglia per definizione. Il contrasto generale è al massimo con qualsiasi luce, e la nitidezza trasmessa ha pochi rivali.

    Fra le ottiche che posseggo, l'unico 7 (e penso sinceramente, anche al mondo) che può rivaleggiare alla pari con l'EDF, chiaramente secondo un mio personalissimo parere, è il Leica Geovid 7x42BD (che difatti lo supera solo per la perfezione assoluta della neutralità del colore ritrasmesso, con in aggiunta quella leggera domanate fredda, glaciale dei toni cromatici, ma qui a scapito di un progetto decisamente più pesante/ingombrante e certamente meno maneggevole che l'EDF). Ne aggiungo un altro, il Leitz Marseptit.

    Altra cosa, mi sembra che l'EDF tiri un pò di più di un 7, così a sensazione.
    Infine, è talmente bello quello, e il come ci vedi dentro, che non lo percepisci poi, usandolo, neanche così tanto stretto.
    Difatti è dichiarato per 131m/1000, (come il Fujinon 7x50 mentre il Geovid è a 120m e lo Zeiss BLC 7x50 è a 128m).

    Per me è e resta l'ultimo progetto della Zeiss di Jena su standard BLC. Difatti il più recente di questi.

    Di seguito alcune note sul "collaudo" e alcune particolari caratteristiche (Vetri Zeiss/Schott SF3R)

    Da web-site di Thuernagel
    (Traduzione dal tedesco) - Test di collaudo meccanico unità – EDF 7R/7Bx40:
    1. Il binocolo deve sostenere test di variazione di temperatura da -50° a +60° C. : numero di 5 cicli della durata non inferiore alle 2 ore, per ogni ciclo.
    Il ciclo prevede la fluttuazione termica di rialzo/abbassamento rapido/max 5 min. tra i picchi della temperatura in camera test.
    2. il binocolo poi viene spruzzato con un getto di acqua di mare, alla temperatura di 27 gradi Celsius, alla pressione di 1 atm, per un tempo pari a 170 c.a. ore, in continuo.
    3. Il binocolo poi deve sopportare n.° 10 cadute da un’altezza pari a 75 cm dal suolo.
    4. Il binocolo viene esposto ad accelerazioni pari a 15 G. per una durata di 5/10ms (5 cicli).
    5. Il binocolo viene esposto ad accelerazioni pari a 120 G. per una durata di 1/5ms (2 cicli).
    6. Il binocolo viene immerso in acqua fredda (alla temperatura di 2° C.), a 1 metro di profondità, per 1 ora.
    7. Controllo finale.
    8. Pulitura e delibera di entrata in servizio dell’unità.

    Nota:
    La realizzazione dell’EDF, visto il test che subiva il pezzo durante i collaudi, secondo mio padre (che è un esperto di metalli e analista meccanico di precisione) potrebbe prevedere l’utilizzo di acciaio INVAR (Fe 63,8-Ni 34 - C 0,2).
    Un test di questo tipo non potrebbe essere certo superato da altre combinazioni di materiale normalmente utilizzate nella realizzazione di binocoli, anche militari. Alluminio /ottone, Alluminio /magnesio, Acciao , Acciao e altro ect. O si fratturerebbero facilmente con un test del genere, o sarebbero eccessivamente pesanti.
    Questa lega, di altissimo costo industriale e di difficilissima lavorazione causa la sua caratteristica durezza, rappresenta il meglio in quanto a stabilità dimensionale del componente. A causa della suo basso coefficiente di dilatazione termica (circa 10-6 K-1 in lunghezza, un decimo dell'acciaio) risulta ideale per contenere un disegno ottico di massima precisione.
    L'acciaio Invar è costituito da una lega di Ferro e Nichel a basso tenore di Carbonio (63.8Fe; 36Ni; 0.2C) e viene utilizzato per la realizzazione di dispositivi meccanici di massima precisione.
    La sua caratteristica più importante è il suo bassissimo coefficiente lineare di dilatazione termica, : d = 0.0000015. Questa sua caratteristica lo rende infatti prezioso nella costruzione in particolare di strumenti scientifici .
    Come nota di colore che ti aggiungo, il metro “campione” di Parigi è realizzato, proprio per la sua necessaria affidabilità dimensionale, appunto in Invar.

    Nell’immagine trasmessa dall’EDF vi è una percepibile e caratteristica dominante gialla. L'origine di questo colore può essere rintracciata nel tipo di vetro utilizzato nel progetto ottico: l’ SF3R, uno speciale vetro flint resistente alle radiazioni in ambiente prodotte da un conflitto condotto con armi non convenzionali.

    Le informazioni di base possono essere trovate nella pagina Albrecht Koehler (in lingua tedesca):
    La maggior parte di vetri flint utilizzati nell’industria ottica da visione terrestre, anche di tipo militare, hanno la caratteristica di annerirsi se vengono esposti a radiazioni. Esistono però alcuni tipi di vetro, in particolare l’SF3R appunto, che risultano insensibili a tali esposizioni, pur possedendo identiche caratteristiche ottiche.
    Per tale prestazione, questi vetri non possono però trasmettere i colori in tonalità neutra.
    Nel caso dell’EDF, estese prove sul campo durante la costruzione del progetto, hanno portato alla conclusione, dovendo scegliere fra varie dominanti cromatiche possibili, che il colore giallo consentisse superiori vantaggi.
    In condizioni di foschia ad esempio, il contrasto dell'immagine viene decisamente migliorato, e in condizioni di luce molto forte, come ad esempio in una giornata di pieno sole su neve o in ambiente marino, la tensione oculare risulta considerevolmente ridotta.
    Inoltre con l’SF3R vengono totalmente abbattuti i dannosi raggi UV.
    Questo è esattamente difatti il motivo per cui alcuni binocoli, soprattutto di utilizzo professionale, vengono dotati di filtri gialli/ambra da apporre sugli oculari durante l’utilizzo in particolari condizioni di luce.

    hDX02tV
    9sufBmN

    Edited by Marco Ghirardi - 4/11/2014, 14:56
     
    Top
    .
37 replies since 30/10/2014, 10:00   6107 views
  Share  
.