E.LEITZ Wetzlar 8x60 Marocto

Un vero campione di 80 anni fa (grazie Ottaviano!)

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    Carissimi, vi riferisco dell’ennesima missione di revisione e manutenzione sopraffina compiuta con la ben nota maestria e cura da Ottaviano.
    Se non lo faccio io, lui che è ritroso e del tutto incapace di autocelebrazione, lascerebbe che anche questo intervento restasse nell’ombra. Ed invece devo assolutamente condividere con voi il giusto riconoscimento che va tributato al nostro "magister".
    Ad inizio estate ho comprato un LEITZ WETZLAR 8x60 MAROCTO.
    Era da un bel po’ che ne cercavo uno che fosse in condizioni generali abbastanza buone.
    Sapete della mia predilezione per gli IF e quindi avevo già osservato con due o tre MAROCTIT, che mi avevano molto colpito, ma non riuscivo a trovare la versione con correzione diottrica singola (che, se posso, scelgo sempre, anche per la ridotta quantità di interscambio di aria con l’esterno quando si focheggia, effetto stantuffo dei CF, cosa che per chi osserva in mare o comunque vicino al mare è un bel problema, alla lunga, ma anche se ci si trova in ambiente ad umidità rilevante).
    Trovato l’esemplare che volevo, ho “prenotato” il necessario tagliando da Ottaviano.
    Nel frattempo, dato che lo strumento si presenta già molto bene di suo ed ha una custodia dalle condizioni sorprendenti per l’età (a meno del rivestimento delle mollette del labello di chiusura, cosa del tutto trascurabile, e di una lesione del velluto rosso all’interno), sono riuscito a scovare anche un cinghiolino della giusta lunghezza per il binocolo (da collo) in bella pelle nera dal sapore un po' vissuto, ed addirittura un copri oculari in cuoio nero (replica, non originale, ma comunque piuttosto ben fatto) con incisioni che riportano al periodo bellico.
    Per finire ho fatto realizzare la tracolla del fodero (che mancava) in pelle dello stesso colore identico del fodero stesso (sellaio bravissimo a trovare il colore esatto) ed ho curato la manutenzione con vasellina delle due protezioni anulari originali in gomma (già abbastanza ben messe) degli obiettivi.
    Il risultato generale, ed anche nei particolari, lo trovate nelle foto allegate. Credo sia uno dei più bei Marocto in circolazione.
    Ottaviano ritiene, in base alla matricola, che questo esemplare debba essere datato in periodo bellico: se così è, la conservazione deve essere stata pressoché perfetta ed a prova di aria e polvere (si va verso gli 80 anni di età!). Non è uno strumento militare (le incisioni sono quelle del mercato civile), ma è comunque veramente splendido.
    Lo strumento era già stato aperto in precedenza, mi riferisce Ottaviano, e le lenti degli obiettivi, soprattutto, mostrano dei leggeri graffi dal lato interno, ininfluenti nella visione, ma osservabili con luce orientata opportunamente.
    Ottaviano mi ha restituito lo strumento qualche settimana fa, pulito e precisamente collimato, con la cura, l’esperienza e la più che rara competenza che ormai tutti gli conosciamo.
    Che risorsa decisiva, insostituibile, amichevole e gentilissima abbiamo la fortuna di poter chiamare e sfruttare, quando ci serve.
    Il mio debito di riconoscenza con Ottaviano è ampio e non colmabile. Ho fatto in passato del mio meglio, cedendogli un Prostar nuovo a condizioni irripetibili.
    Ma veniamo alle osservazioni.
    Il confronto con i miei migliori 7x50 rivela un livello generale elevatissimo dell’ottica, pur tenuto conto del tempo trascorso dal progetto iniziale, dei trattamenti allora disponibili a confronto con ciò che è stato inserito in produzione successivamente anche in LEITZ, ma la vera sorpresa si rivela nell’osservazione notturna: lì si scopre un mondo inatteso e decisamente al vertice.
    Sapevo già che per rendersi conto delle prestazioni di un'ottica del genere, l'osservazione in luce diurna non consente di "capire" come si deve: bisogna per forza metterci gli occhi al crepuscolo e di notte, altrimenti ci si perde la parte migliore.
    Quell’ingrandimento in più, rispetto ai tradizionali 7x50 marini, pur mantenendo la pupilla di uscita oltre le mie attuali capacità di visus notturno (purtroppo), è il primo aspetto che sorprende, perché offre un vantaggio che pare ben superiore al solo ingrandimento aggiuntivo.
    Secondo aspetto sorprendente è la percezione di un campo visivo maggiore rispetto al dato geometrico puro.
    Terzo aspetto notevolissimo è il campo corretto fino ad un limite dal bordo più che ottimale: quando si osserva con impugnatura manuale, tutto ciò che appare nel campo è ben dettagliato e l’istintivo movimento alla ricerca del dettaglio laterale porta ad una visione fluida e continua, senza “emersione” di definizioni migliori dal bordo al centro.
    Come detto, la vera sorpresa sta nell’osservazione crepuscolare e notturna: lì il LEITZ si pone al pari del Prostar, col vantaggio, però, di quel benedetto ingrandimento aggiuntivo.
    Trasparenza sublime, dettaglio finissimo anche in quelle condizioni difficili, buonissima cura nel trattamento interno dei percorsi ottici (no riflessi), sorgenti di luce puntiformi e senza aloni, stabilità eccellente dell’impugnatura e baricentro perfettamente centrabile sul fulcro di rotazione dei polsi. Ne deriva una osservazione mai stancante, stabilissima, adatta a sedute prolungate (cosa che con strumenti moderni anche di gran nome, non sempre ci viene offerta o si può dare per scontata.
    I colori sono LEITZ, e sono quelli che a me piacciono di più, naturali, senza forzature, veri: il bianco LEITZ è, per me, insuperabile,
    La messa fuoco è facile e tutti i movimenti meccanici sono ora fluidi e senza ombra di impuntature (grazie anche di questo, Ottaviano: revisione meccanica perfetta!).
    Non porto più occhiali di nessun genere (l’invecchiamento mi ha consentito di recuperare una miopia che mi portavo dietro dall’adolescenza), ma comunque l’estrazione pupillare è ampia e comodissima e sono certo che Ottaviano o altri fortunati possessori dell’8x60 hanno misurato il valore effettivo e vi rimando quindi a loro, per il dato geometrico (ma, assicuro, l'EP non è un problema).
    Non mi resta che trovare modo di fare una comparativa tra il mio ed un altro LEITZ 8x60 (MAROCTO o MAROCTIT non importa) post 1954, per vedere che influenza ha avuto l’introduzione del lantanio e le novità in tema di antiriflesso apportate successivamente.
    Allego un po’ di foto.
    La prossima mossa sarà un confronto crepuscolare e notturno con il NIKON 10x70 6,5°, che (peso ed ingombro a parte) potrebbe rivelarsi un competitor interessante: ma rispetto ai 7x50 (campo a parte) il LEITZ "bastona duro".
    Dato il pregio, il valore e la rarità dell'esemplare, non mi fiderò a portarlo in mare perché i rischi sarebbero troppo forti, ma l'apprezzamento della qualità intrinseca dell'ottica emerge in tutta evidenza anche da terra.

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    Edited by Lupo Grigio Vero - 10/11/2021, 21:28
     
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    Complimenti veri...anche per i ricordi alla parete...ma la sciabola non è Marina Militare, mi pare..
     
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    Bella recensione…. Complimenti!!!
    E bravo anche Ottaviano, la cui bravura e passione ( nonché gentilezza) sono ormai leggendarie tra noi.
     
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    Michele ha scritto............... Bella recensione.... Complimenti!!! Anche Ottaviano è bravo, la cui bravura e passione (oltre che gentilezza) sono ormai leggendarie tra noi. Vorrei assecondare questo complimento a Ottaviano che porgo i miei complimenti senza riserve.


    Michele wrote...............Nice review…. Compliments!!!
    Ottaviano is also good, whose skill and passion (as well as kindness) are now legendary among us.

    I would like to second this compliment to Ottaviano I offer my compliments unreservedly.
     
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3 replies since 10/11/2021, 15:54   496 views
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