BBT Krauss 6X32 Aiglon VS Leitz 6X30 Bidoxit

Due "6 per" che volano davvero alto.

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    Sicuramente in molti penseranno che sono in fissa (solo) sui "francesi" e conseguentemente è li che si rivolge principalmente la mia attenzione, ma non è una cosa che abbia a che fare con la Nazione o la passione smodata per la bandiera transalpina...no, nulla centra se non la qualità verificata di alcuni modelli.
    Il "Sei per" è sicuramente un'ottica particolare. Ampiamente diffusa come ottica campale per la fanteria di terra (ma non solo) durante il secondo conflitto mondiale, ritornò di gran moda negli anni Cinquanta come taglio fra i più utilizzati per seguire eventi sportivi e osservazioni di media distanzanza (spettacoli). Il formato unisce infatti un buon ingrandimento, già di media potenza, con una facile usabilità in termini di stabilità nella visione. Una PU di 5mm rappresenta poi un'ottima misura per situazioni anche non in luce diurna forte. Insomma un bel progetto di geometrie di base adatto a molteplici utilizzi.
    Di 6X30 ne ho provati una gran quantità: dal classico Field Glas Hensoldt della WWII, allo Ziess 6x30 "tre corone", al Kern Armee, al primo Swaro dell'Afrika Corps, il CAG, al D-6 (XBK-VOP-VOZ) e molti altri.
    Un giorno però incappai in questo BBT denominato Aiglòn (che in francese significa aquilotto) e ne rimasi letteralmente folgorato.



    Comprato semplicemente per avere un BBT difatti nuovo, mi si rivelò poi come uno strumento dalle caratteristiche davvero estreme, letteralmente straordinarie.
    Ne sciverò poi in dettaglio ma da prove ed esperienze dirette, in questo caso anche di Ottaviano Fera, l'unico che gli si può affiancare in termini prestazionali è questo Leitz, il Bidoxit 6X30. Successivamente io mi concentrerò sull'Aiglon e Ottaviano, che possiede il Bidoxit, secondo la sua disponibilità e volontà, farà la stessa cosa sul Leitz.


     
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    Marco e Ottaviano:

    i Signori delle Eccellenze Vintage.

    Cosa volete fare? mi piaceva e dunque mi ...... sono permesso........

    ciao ciao
     
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  3. Born to… Zeiss
     
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    Questo forum e' una vera miniera.
    Parliamo talmente bene delle vecchie glorie che le case produttrici...non lanciano piu' nuovi modelli!!!! :Disperato:
     
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    Esagerati! ;)

    Comunque, proseguendo il discorso...

    BBT Krauss 6X32 Aiglon 321.60

    1FBnrIj

    Certo che i binocoli sono degli strumenti davvero strani, almeno lato utilizzatore o per meglio dire nella sua particolare psicologia.
    All’inizio vale sempre la regola classica della potenza. “Più potente è, meglio è!”.
    Poi col tempo ci si accorge che tutta quella potenza di ingrandimento in più non solo non serve molto ma invece peggiora, nella maggior parte dei casi, la vera qualità dell’osservazione (e ne riduce anche un pò il puro piacere). Solitamente si hanno più aberrazioni, meno campo, meno grandangolarità percepita, si fa più fatica a sostenere l’ottica che è solitamente di maggiori dimensioni e peso rispetto a tagli più contenuti, e si hanno soprattutto molte più vibrazioni durante l’osservazione.

    Tutto ciò tende a stancare più velocemente l’utilizzatore che nel tempo, raffinandosi sempre più nella visione, porta ad una situazione del genere;
    egli facilmente comprende che al salire della potenza, oltre ad un determinato punto, vi è una progressiva decrescita del piacere e pure dell’ effettivo utilizzo stesso del binocolo (tutto ciò s’intende se non si deve usare per forza una grande potenza per piccoli soggetti come ad esempio l’osservazione dell’avifauna, o se tale aspetto risulta fondamentale per vedere, magari per esigenze professionali, fini dettagli e oggetti a grandissime distanze).

    Ciò premesso, prima o poi, si inizia a scendere con gli ingrandimenti.
    Si iniziano a prediligere altre prestazioni e ci si attenziona pure su altri aspetti... ma su tutto vi è una cosa che si cerca, anche inconsciamente, e sempre di più: un alto comfort osservativo.

    Tempo fa si definivano binocoli di potenza medio/medio alta gli strumenti che andavano nella fascia da 6X a 8-8.5X, oltre si entrava nella fascia dell’alta potenza (fino a 12X), e ancora più in alto si parlava di super potenza del binocolo.
    Oggi il Sei Ingrandimenti è un formato molto trascurato dai produttori, anche da quelli nobili, quelli di alto livello, ed è un vero peccato. Lato utenza viene infatti percepito come “troppo poco potente” (e conseguentemente quasi inutile) perché “i consumatori” di oggi sono stati purtroppo cresciuti con la classica deformazione del “più potente è, meglio è!” (anche perché ciò permette al Produttore di aumentare progressivamente i prezzi dei pezzi a listino al crescere della potenza...ma questo è un altro argomento).

    Ribaltiamo per un attimo il discorso, il punto di osservazione, e invece di parlare di potenza parliamo di efficienza.

    Sarà banale ma lo scopo di uno strumento per osservazione terrestre, soprattutto di alta qualità ed in questo caso di tipo non piazzato, è quello trasportare/trasmettere al nostro cervello un’immagine che sia la più perfetta possibile in termini cromatici e con aberrazioni ottiche il più possibile contenute e che sia molto ricca di “informazione”, ovvero di dettagli. Quest’ultimo punto viene permesso principalmente da una estrema nitidezza e dalla luminosità, in pratica dalla trasparenza dell’ottica. Se a questa caratteristica, la qualità ottica e la finezza di progetto, si unisce l’assoluta fedeltà del colore (scale cromatiche estese e contrasti perfetti con colori ben separati) e una bassa vibrazione indotta dal contenuto numero di ingrandimenti (ma che comunque in questo caso sono sempre 6X, e non sono pochi), avremo davanti una combinazione che è votata davvero alla massima efficienza. Con un 6X di altissima qualità si possono notare molti più dettagli che con un 8X di qualità elevata o addirittura di un super 10X di altissima, proprio grazie all'immagine ultranitida e soprattutto stabile.

    Citando una famosissima pubblicità di qualche anno fa della Pirelli “La potenza è nulla senza controllo” si capisce molto bene che per leggere con finezza tutta la scena osservata, è molto meglio disporre di un’ottica ad altissima efficienza di trasmissione e gestione lato utilizzatore piuttosto che una di maggiore potenza ma caratterizzata anche da una minore “governabilità”, sia visiva in senso pratico osservativo, che in senso puramente ottico.

    Il limite teorico di massima efficienza tra ingrandimento e vibrazione lo si è individuato da tempo con una potenza di 8.5X. A termini di ingrandimento percepito poi vi è poca differenza tra un 6X e un 7X, minore come “impressione di ridotto ingrandimento” rispetto ad un 7X e un 8X. La cosa però che balza all’occhio è la vibrazione, decisamente più contenuta nel 6/7X rispetto a 8/8.5X.

    Tutto ciò a premessa di questo notevole progetto firmato BBT Krauss ( che in prestazione pura, oggettivamente per equilibrio armonico e totale fruibilità, se la gioca persino con dei veri mostri sacri tipo, per restare in casa, i BBT Milli o realmente con i Leitz Marseptit e Maroctit...).

    Teniamo a mente un aspetto. Al tempo, come già scritto in altro topic, queste due case erano il vertice dell’offerta mondiale: il gruppo HUET/BBT Krauss e la Leitz Wetzlar si spartivano la fascia alta del mercato (dal dopoguerra a tutti gli anni Cinquanta del secolo scorso). Ovviamente le prestazioni dovevano essere congrue ai listini (del tutto similari negli importi praticati da entrambe le Case nei rispettivi tagli) e del tutto confrontabili prestazionalmente.

    Ciò premesso, se come ormai messo perfettamente a fuoco, i Porro 1 Leitz sono fra le ottiche migliori mai costruite (se non le migliori in assoluto), questi BBT non potevano essere così tanto male per costare le stesse somme di denaro…
    Parto subito dalle mancanze, principalmente meccaniche. Il binocolo è realizzato con una cassa di tipo Tiranty, quindi non particolarmente pesante. A progetto non sono previsti ne gli eccentrici di regolazione degli obiettivi, ne un vero sistema di collimazione (sicuramente qui Ottaviano potrà integrare molto meglio di me).
    I movimenti di regolazione personale sono si precisi e fluidi ma non raggiungono la qualità di quelli Leitz. Dimensionalmente è uguale ad un classico 8X30 anzi, un filo più grande. Ottica da medio peso, circa 600g. quindi non una piuma.

    Il vero plus dello strumento però è l’ottica, davvero incredibile. Appena messo agli occhi l’Aiglon produce un’immagine di una brillantezza particolare con super contrasti, colori perfetti, limpido come l'acqua e con effetti conseguenti da immagine ad alta definizione. Il campo inquadrato è pari a 140/1000m che per un 6X non è certo grandangolare ma è molto, molto corretto fino quasi al bordo, molto piano e fruibile per una grandissima porzione (direi ben oltre l'85/90% del cerchio di visione).
    Il cerchio di visione poi si presenta di un nero compatto, secco, e l’immagine riprodotta risulta uniformemente illuminata.
    Il famoso e fin quasi famigerato Sig. G.B. dopo aver provato il mio esemplare mi disse: “...è pura poesia ma non sembra un francese, mi ricorda moltissimo un Leitz Maroctit in miniatura. Questo è il binocolo meno francese che abbia mai visto…”.
    Se la nitidezza è del tutto confrontabile con pezzi di altissimo lignaggio, il colore è solo di un singolo punto percentuale meno bianco ma questo BBT non lo si può certo definire ambrato/caldo anzi, i bianchi li riproduce con una compattezza incredibile.
    Proprio questo aspetto l'ho verificato più volte in città, suo habitat ideale per potenza e campo, per osservare particolari di monumenti, giardini, e viste in genere.
    Durante l'osservazione, per estrarne con velocità la massima risolvenza richiede solo un filo in più di attenzione per la centratura esatta della PU su DIP.
    Infine come EP non è certo generoso (11/12mm)? ma l'unico vero grande difetto, davvero importante, è questo: è molto più introvabile del Mirapan200, soprattutto in queste condizioni.

    QBemNtO

    Cosa mi convise alla fine nell'acquisto fu un singolo particolare che, ove presente, certifica un prodotto di reale pregio assoluto. Il triangolo aureo della Q.F. Fu questo dettaglio che mi mosse, in questo caso completamente al buio.

    Di seguito un esemplare messo similmente al mio, venduto su piazza americana anni fa.

    dXbs0Lh

    Ora la parola passa ad Ottaviano, con il suo sfidante naturale...il superlativo Leitz 6X30 Bidoxit.

    919mcseqrPkj4N

    Edited by Marco Ghirardi - 4/2/2015, 00:54
     
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  5. giusroma
     
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    Buongiorno a tutti,
    sempre in tema di 6x30 vintage. Possiedo un Hensoldt Diagon 6x30 e nonostante i suoi molti pregi, almeno a mio giudizio, non lo ho mai visto "citato in giudizio (confronto)" con gli altri top vintage. E' davvero così raro o così scarso da non venir mai preso in considerazione?
    Io lo trovo piacevolissimo. Non oso avventurarmi in discussioni tecniche ma meccanicamente è sicuramente eccellente ed il peso sembra inferiore ai 500 gr. Lenti trattate, dovrebbe essere della metà degli anni 50'. E' stato quello che mi ha iniziato alle gioie del ravanare tra mercatini.

    Grazie

    Giusroma
     
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    :Bastonate: :Ti curo io: :Torna a giocare:
     
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  7. giusroma
     
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    meravigliose faccine, ma cosa intendevi? grazie
     
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  8. Rossi carlo
     
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    Che si sta dando sugli zebedei per non averlo già descritto . Che sta provvedendo a scriverci qualcosa. E che quando finito lo invierà al forum (coincidenze ferroviarie permettendo)
     
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    Bellissima l'interpretazione di Zio Carlo.
    Per Giusroma: perchè non apri un topic specifico sul tuo pezzo, così creiamo una scheda per il modello, colmiamo la lacuna di non averne mai parlato ed evitiamo un offtopic classico. Ok?
    Il pezzo da te segnalato merita una discussione tutta sua. Tempo fa l'ho posseduto anch'io. Ciao
     
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    "Evocato" da Marco circa il confronto tra due "super" 6x30/32 quali il Leitz Bidoxit 6x30 e il BBT Krauss 6x32 Aiglon, come in certi film gialli nei quali la prima scena rende subito edotto lo spettatore sull'identità dell'assassino, dico subito che, per me, otticamente vince, anche se di poco, il semisconosciuto, ma di nobilissimo lignaggio, BBT Krauss 6x32 Aiglon.
    Questo binocolo si rivelò subito una vera sorpresa tanto da farmi considerare con una certa meraviglia, alla prima uscita sul panorama del golfo di Napoli, che se la giocava tranquillamente con un 7x50 di tutto rispetto quale il Leitz Marseptit (all'epoca non avevo ancora il Bidoxit 6x30).
    Ho detto "otticamente" perchè, sul piano della precisione costruttiva e della meccanica di qualità i Leitz degli anni 50/60 sono di un altro sistema stellare rispetto all'Aiglon.
    Però sull'ottica questo "francesino" civile si impone per nitidezza e contrasto su quasi tutto il campo, risoluzione elevatissima e uniforme luminosità del cerchio di visione di giorno con, fattore ancora più importante per la mia personale valutazione, uniforme oscurità del campo visuale dal centro ai bordi, sul cielo notturno.
    Le riserve sulla meccanica sono dovute soprattutto alla mancanza di un qualsiasi sistema di collimazione (nè eccentrici nè grani sui prismi) per cui la collimazione avviene esclusivamente spostando i prismi di qualche decimo di mm. per volta fino a raggiungere il risultato desiderato con tanta, tanta pazienza e perseveranza.

    Il Bidoxit d'altra parte, al centro del campo visuale è un vero "microscopio" per la finezza risolutiva dei dettagli unita alla tipica glaciale "nitidezza trasparente" dei Leitz e vanta una meccanica di prim'ordine (in questi Leitz Porro anni 50/60 i prismi entrano nelle sedi al centesimo di mm. e il ponte dell'oculare di sinistra è bloccato sull'asse di messa a fuoco da due viti a testa conica eliminando ogni gioco).
    Però. otticamente, non presenta la stessa uniformità luminosa dell'Aiglon non solo di notte sul fondo cielo ma anche di giorno in quanto è avvertibile uno spot centrale molto luminoso che, a circa metà del raggio del cerchio di visione, cede il passo ad una corona circolare leggermente meno luminosa.
    Tale effetto probabilmente è dovuto al fatto che i prismi lato obiettivo e quelli lato oculare non sono di uguali dimensioni come nell'Aiglon o in altri Leitz (ad es. Marseptit e Maroctit) e quindi i prismi più piccoli, che seguono il cono di luce, determinano una leggera caduta di luminosità, percepibile da un occhio attento.
    Ciò mi convince ulteriormente che sui prismi non si dovrebbe mai risparmiare, come testimoniano, con ottimi risultati, i mega prismi dello SGO HUET 8x40 88° e quelli, dimensionalmente abbondanti e uguali, dei Leitz Marseptit e Maroctit, e dei "francesini" militari 8x30 HUET, SRPI e BBT Krauss.
     
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    Grazie Ottaviano per questo tuo scritto, bello come sempre e molto professional.
    Come da te verificato era abitudine a Wetzlar, sui binocoli a lente 30mm inserire a progetto prismi di dimensione diversa. A memoria difatti quasi tutti i Porro 1 prodotti in quel periodo nella cittadina dell'Assia sono fatti così: Leitz Binuxit, Bidoxit, e gli Hensoldt Diagon da 6 e da 8X30 montano prismi di dimensioni differenti, lato obiettivi e lato oculari. A ricordo invece gli Hartmann Porlerim non presentano questa nota caduta di luce, ma non hanno certo ne la trasparenza e glaciale limpidezza dei Leitz, ne raggiungono la prastazione globale dei Diagon, anche se non sono affatto male.

    Per fare contento Giusroma (di cui si aspetta l'apertura di un topic specifico) inserisco una foto di un Hensoldt Diagon 6X30.

     
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    Di seguito un esemplare messo similmente al mio, venduto su piazza americana anni fa.

    con la stessa foto si mette in vendita in Francia, su due siti diversi, questo binocolo Optica; significa che il venditore è un furbetto che pubblica foto non del suo binocolo ?




    altro tentativo di vendita del binocolo Optica
     
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    Interessanti i capture di binocoll, davvero interessanti.
    Di seguito i dettagli dell'immagine dell'Aiglon venduto su piazza americana ebay.com anni fa (purtroppo non mi ricordo su quale sito forum o altro la recuperai). Il mio download dell'immagine è comunque del 14 marzo 2014, mentre il tuo ultimo capture che la riporta, ha una data attuale. Magari l'hanno copiata direttamente da questo topic.Davvero strano

     
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    Ma forse c'è un'altra possibilità.
    Osservando attentamente il ponte superiore di profilo della foto (che si riteneva) del pezzo venduto su ebay.com tempo fa (e che era descritto come BBT Aiglon), non veramente fosse un BBT Aiglon. In pratica quando recuperai quella foto guardai la descrizione testuale, e la forma sia di cassa che di uscita degli obiettivi, che di profilo degli oculari è si molto simile ma il ponticello no.
    Nell'Aiglon è piatto (tipo i Leitz) con il piattello che riporta la DIP a rilievo di tipo conico. E' sagomato verso l'alto al centro.
    La cosa più logica è che, in un osservazione veloce, ritenni lo strumento un Aiglon perchè così descritto nel testo a fianco all'immagine. Tale aspetto allora mi fa ritenere che il mio sia al momento l'unico in queste condizioni.

    Questo l'esemplare di WPG (dove sul piattello della DIP, qui cancellata, si vede il sottostante ponte piatto) ma la sua è la versione 8X32, non il 6X32.

     
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    Inserisco per confronto altre foto del mio esemplare.

     
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