Passione binocoli

Posts written by Marco Ghirardi

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    Per iniziare a darsi una sorta di regola, io procederò in questo modo:


    1. Nel mio testamento olografo entrano soltanto "gli strumenti incedibili" secondo mia personale classificazione.
    Così facendo non me ne dovrò mai privare anzitempo.

    2. Il beneficiario che riceverà il dono avrà facoltà, secondo sue possibilità economiche e/o semplice volontà, di corrispondere una somma di denaro, anche simbolica, agli eredi del donatore; ma egli non è tenuto a farlo.

    3. Qualora entrasse in collezione un nuovo pezzo da ritentersi "incedibile", aggiornerò conseguentemente il documento testamentario.
    Ha valore il documento con la data più recente.

    4. Tutti gli altri strumenti presenti in collezione, ma che notoriamente sono più facilmente reperibili sul mercato, saranno esclusi dallo scritto.

    In argomento, guardate qui.
    Un asta a cui sono giunto in ritardo: paccottiglia vera ...con una perla di altissimo livello.
    Il tutto venduto a soli 30 euro. Spero che il compratore sapesse bene cosa comprava.

    Un BBT Krauss 8X40 Milli con custodia originale (in coccodrillo - vero).
    Per il resto al mio occhio, solo altri oggetti di nessun valore.

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    Un testamento olografo...
    Non sarebbe male.

    www.successione-testamento.it/testa...mento-olografo/

    In primis ha valore legale assoluto.
    E non serve prendere decisioni anzitempo.
    Vale l'ultimo.
    Da tenere in considerazione.
    Come nota di colore: il mio avvocato ha composto il suo primo testamento all'età di 18 anni, ora ne ha 60, e sembra un ragazzo.

    Per Giovanni: sono assolutamente daccordo con te. La nostra responsabilità ed efficacia sta nell'individuare la persona/e corretta e adatta al compito.
    Io infatti non li lascerei ad alcun parente ma solo appassionati competenti, anche esteri, in numero almeno di tre beneficiari.
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    Ciao a tutti.

    Come da titolo (...e non iniziate a strofinarvi gli zebedei di camilleriana memoria), mi è capitato di pensare anche a questo aspetto e a ciò che succederà alle nostre alte collezioni, dopo di noi.

    Molti di noi infatti dopo una vita di ricerche (e una montagna di soldi e tempo spesi) hanno messo insieme collezioni di grande valore strumentale, oltreche storico. Senza arrivare al vertice assoluto di Historica, anche noi nel nostro piccolo possediamo pezzi di comprovato pregio e certa rarità, ognuno di noi infatti possiede dei pezzi che "ha solo lui" (poi c'è alpini che li ha quasi tutti, a decine, ma questo è un altro discorso...).

    Normalmente l'appassionato si gode lo strumento, sia in uso sia con il solo possesso, lo mostra, lo ricambia, lo scambia, lo rivende e lo ricompra, ma vi sono dei pezzi (i cosiddetti incedibili) che permangono per sempre nelle segrete del collezionista di turno.

    Ora, senza stare a scomodare i più aurei riti della scaramanzia partenopea, molto praticamente e realisticamente, cosa avverrà ai nostri pezzi dopo di noi?

    Saranno presi in cura da un nostro fratello come ricordo (ma io sono figlio unico) o invece da un nostro cugino (magari in seconda) e trattati alla stregua di scarpe vecchie, rinchiusi in un baule e messo in fondo ad una cantina, giusto per toglierseli dalla vista in attesa di sapere cosa farne? Saranno caricati a peso dagli svuota cantine/immobili e buttati in discarica!
    Saranno regalati, un pò alla volta, come regalo di riciclo a Natale, magari a chi non sà nemmeno cosa sia un'ottica binoculare? Saranno venduti ad 1€/cad.?

    Insomma, cosa avverrà? Sul punto si erge la seria questione: come tutelare questo patrimonio storico-culturale?

    Trovate corretto che dei veri violini dell'Ottica finiscano così?

    Sarebbe come avere uno (anzi decine) di Stradivari o Guarnieri del Gesù autentici che alla meglio andrebbero in mano ad uno strimpellatore/nemmeno musico in una stazione di servizio della Route 66 semiubriaco e alla peggio addirittura nella spazzatura!

    Dato che i nostri amati strumenti non hanno (ancora) raggiunto le quotazioni degli strumenti ad arco sopra citati, qualcosa bisogna inventarsi? Si..., ma cosa?

    Prima ipotesi: addirittura (per questioni di salvaguardia dello strumento) è consigliabile regalare lo strumento ad un osservatore più giovane, ma meritevole, di chiara e compravata passione e serietà, e che porti con sè in avanti nel tempo a venire, con consapevolezza, il dono che riceve, a sua volta a vantaggio di quelli dopo di lui.

    Insomma, un pò come avviene a volte per i violini:
    A volte essi vengono semplicemente ceduti in uso a giovani (e ultrabravissimi) violinisti nonostante siano strumenti dal valore di svariati milioni di euro.

    Oppure, chessifà?
    Un curatore internazionale, nazionale, locale?
    Una fondazione?
    Un museo?
    Cosa?

    Ad oggi a mio parere abbiamo anche un dovere civico, che trascende dal puro fatto collezionistico:
    tramandare, con la maggiore sicurezza possibile, questi strumenti e "trasportarli" nel futuro.

    Voi come la "vedete"?

    Di seguito (nonostante la sverniciatura) un BBT Krauss del 1928 passato di mano pochi anni fa a NY a circa 90.000,00 Usd.
    Questo in cantina non ci va di sicuro, ma il resto?

    BBT_Krauss_1928
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    Grazie Alpini, aggiorno l'elenco in testa.
    @ Giovanni. La prossima volta mi faresti provare il Supralux, che non hai portato sabato. Mi interessa molto. Grazie
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    Ciao,
    ho appena aggiunto nell'elenco in testa thread un nuovo modello, il Sylvalux 6x30, la cui immagine è emersa dai miei archivi solo ieri sera.
    Come vedete dalla pubblicazione ufficiale Huet viene definito grandangolare e affiancato allo ormai stra noto Miralux. Ritengo sia un 6X da circa 150m/1000, da altri documenti in mio possesso.
    Finora non mi è mai capitato nessun pezzo ne da provare, ne nemmeno visto in vendita.
    Sarebbe da cercare. Quindi ricerca aperta.

    SYLVALUX6X30
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    Ciao Giovanni, la tua disanima sull'approccio all'Astropan è oggettivamente perfetta (è un pezzo molto esigente in termini di condizioni ambietali e per poter produrre tutta la prestazione di cui è capace necessita di basica aria tersa, soprattutto).

    Comunque lo riproverai in condizioni di luce e aria ideali, stanne certo.

    Per quanto riguarda il BBT Aiglon 6X32 vedi qui:

    https://binocoli.forumfree.it/?t=70261052

    Per il Leica 7X42 Geovid qui:

    https://binocoli.forumfree.it/?t=69769336

    Bell'incontro, momento molto piacievole, persone gentilissime, peccato solo per i -2°C anche se con sole, e purtroppo presenza di foschia.
    Ci rifaremo più avanti, magari fermandoci poi all'Italia.

    A ricordo, le ottiche che mi hanno colpito di più fra quelle provate questa mattina sono state il Nikon 10x70 6.5° di Giovanni, davvero molto molto bello, e tutta la serie Leitz di Grisuele, uno più bello dell'altro Marseptit, Maroctit, Camparit (perfetto), e un vissutissimo ma eccellente Decimarit 10X60, fascinosissimo).

    jpg
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    Cari tutti,

    siete davvero persone di grande valore e grande sensibilità.

    Troveremo in futuro sicuramente il modo per una prova diretta.

    Ora Viva la Vita, e davvero, buone visioni.

    Cap d'Antibes, Francia

    P1020414m2
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    Gentilissimo Alessio, non ti preoccupare.
    Hai parola che anche tu in un prossimo momento lo proverai di persona.
    Come già sai, Siena e il suo territorio, le sento da sempre come la mia seconda casa.
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    Siete tutti molto gentili, vi ringrazio sinceramente per la vicinanza che mi avete dimostrato.

    Ora tranquilli (è pure ammessa una certa quantità di Astropanico...)

    A seguire alcuni punti di attenzione alla prova.

    Come da scaletta, i primi che proveranno lo strumento, nei prossimi giorni, sono Giovanni (Megalodonte) ed Emanuele (Grisuele).
    Sarà un vero piacere incontrali di persona.

    In premessa, i punti che seguono hanno valore a vantaggio di tutti. Anche se ho la fortuna di possederne uno, penso abbiamo tutti la responsabilità di fare in modo che questi oggetti, oltre che conosciuti, vadano assolutamente preservati per il futuro, a vantaggio di tutti.
    Mi scuso della prolissità del testo ma data l'altissima rarità dell’oggetto (a meno che poi si viene a scoprire che Alpini ne ha in casa una doppia dozzina, e ne sarei davvero molto felice, per tutti noi) ed il suo intrinseco valore, sia prestazionale sia collezionistico, è necessario fissare alcune regole a vantaggio di tutti, che vi prego davvero di rispettare.


    HUET – PARIS 10X35 ASTROPAN

    Numero di matricola riportata sullo strumento: 1 5 7 3 9 8

    Specifiche e punti di attenzione alla prova.


    1. Oltre che dal Richiedente il binocolo può essere usato, sotto la sua responsabilità e supervisione diretta, da chiunque. Al Richiedente però, qualora la persona a cui si facesse provare lo strumento non fosse formata, compete l’obbligo nell’istruirlo, ad esempio sul fatto di non toccare le lenti e nell’attenzionarlo su di un utilizzo perfettamente conforme, il tutto sempre sotto il suo vigile e stretto controllo. E’ consigliabile comunque l’utilizzo dello strumento solo da parte di persone esperte, e soprattutto perfettamente consapevoli della particolarità e assoluta rarità dell’oggetto.
    2. E’ FATTO DIVIETO ASSOLUTO a chiunque di aprire e/o modificare lo strumento al fine di variarne, anche minimamente, gli attuali settaggi di regolazione ottica, o per semplice curiosità, o approccio disinvolto all’integrità dello strumento.
    3. Lo strumento, dopo il restauro conservativo, è stato “piombato” sia internamente sia in tutte le regolazioni presenti all’esterno, avvitature comprese, in modalità invisibile, e una successiva riapertura e/o modifica delle stesse, in ogni sua parte, sarebbe cosa verificabile con estrema facilità al ritorno del pezzo.
    4. Lo strumento è stato inoltre macro-fotografato in ogni sua parte e dettaglio esterno, pertanto sarebbe facile, con una veloce analisi di condizione a confronto, risalire a danneggiamenti anche solo esteriori degli scafi dati da un utilizzo disinvolto e non attento dello stesso.


    Spedizione.

    Solo qualora non fosse possibile la consegna diretta dello strumento al Richiedente, esso verrà spedito secondo la seguente modalità.

    1. Al fine di evitare i maggiori rischi dovuti alla spedizione il binocolo viene spedito in pacco celere 1, in doppia cassa, impermeabilizzata, con pellicola sul secondo contenitore interno + custodia + bustine di gel di silice. Il fodero che protegge il binocolo non è originale. In questo caso è realizzato in tessuto tecnico impermeabile ed anti urto, difatti un comodo e sicuro borsello”.

    2. Il collo di spedizione è così composto: La cassa esterna è realizzata in poliuretano antiurto ad alta densità, anti sfondamento e anti sfaldamento, ovviamente impermeabile, di forma cubica, di colore nero, con dimensioni indicative di circa 600mm di lato, dotata di elemento in lastra con funzione di coperchio su di un lato, realizzata in stesso materiale. Questo contenitore primario ne conterrà all'interno un secondo di dimensioni più ridotte. Nell’intercapedine che si forma tra i due contenitori viene apposta una grande quantità di materiale antiurto in tutte le direzioni, in modo da tenere il secondo contenitore “totalmente sospeso su i tre assi” rispetto al contenitore primario esterno. All’interno del secondo contenitore, con abbondanza di materiale antiurto, è presente il fodero, esso stesso sospeso, che contiene lo strumento, a sua volta avvolto, privo di qualsiasi elemento accessorio e dotato unicamente della sua cinghietta in cuoio di normale dotazione per il trasporto durante l’utilizzo. All’interno del fodero sono presenti anche diverse bustine di gel di silice che si prega di non perdere e di riutilizzare in rispedizione.

    3. Il Richiedente al ritorno dell’oggetto si obbliga a riutilizzare lo stesso imballo, replicandone fedelmente la stessa modalità di spedizione. All’esterno l’imballo, completamente avvolto in normale carta da pacchi, dovrà presentare le seguenti scritte, apposte in dimensione, colore, e posizione di assoluta e facile visibilità:

    • ALTO (affiancato dalla freccia che indica la parte superiore del collo)
    • FRAGILE !
    ed anche
    • ATTENZIONE – VETRO! Trattare con estrema cura, non sovraccaricare!!

    UTILIZZO

    Lo strumento si trova in condizioni ottiche perfette, sia di collimazione che di pulizia ottica interna ed esterna. Il lavoro di restauro è stato al tempo eseguito da Ottaviano Fera. Le superfici esterne delle lenti non presentano il minimo segno di danneggiamento. Sono del tutto assenti graffi, puntinature, sbeccature, scheggiature, scollamenti, righe superficiali, opacità od altro che ne possano in qualche modo ridurre o compromettere, anche in minima parte, la sua prestazione a progetto.

    Il binocolo verrà fornito al Richiedente in condizioni di pulizia assoluta e pronto alla prova.

    All’utilizzatore pertanto non è richiesta alcuna pulitura delle superfici ottiche esterne, azione che si chiede non venga nemmeno mai fatta. L’ottica è stata finemente pulita nel 2016 e da allora perfettamente preservata da polvere, salsedine e sporco in genere, come impronte digitali o altro. Nonostante gli anni, essendo stata attentamente protetta, anche se normalmente usata (ma solo nelle condizioni di ideale sicurezza e di comoda praticabilità ambientale) non ha mai più richiesto alcuna pulitura. Quindi, l’ultima persona ad attenzionarsi sulla pulitura fine dello strumento è stato proprio Ottaviano Fera con una pulizia ad altissima attenzione e durata varie ore di lavoro ed eseguita, come al solito, con assoluta maestria. Al fine di preservare detto lavoro è più che bastante evitare situazioni e modalità di utilizzo che possano compromettere il nitore assoluto delle lenti e delle superfici ottiche.


    Durante l’utilizzo dello strumento, al fine di evitare rovinose cadute accidentali, ci si obbliga sempre all’uso della cinghia in dotazione, tenuta almeno o come polsiera, o, più consigliabile, normalmente, con strumento appeso al collo. (Sul punto si consiglia anche di evitare di tenere lo strumento appeso "a spalla", dato che statisticamente in tale modalità lo si esporrebbe a maggiore possibilità di urti accidentali laterali).

    Anche se il binocolo reggerebbe tranquillamente l’utilizzo sotto acqua piovana, data l’epoca di costruzione, l'eta dello strumento e la altissima rarità dell’oggetto, nell’utilizzo del binocolo si prega di evitare ambienti esterni molto umidi e/o giornate di pioggia, e/o molto freddi, o secchi e molto polverosi (con polvere alzata dal vento, ad es.), o saturi di salsedine (ad es. fronte mare, con mare molto mosso e ambiente fortemente ventoso), e soprattutto si richiede di limitare eventuali forti sbalzi termici.

    Qualora lo strumento venisse utilizzato in presenza di bassissime temperature ad alta quota, si richiede di riporlo nel suo fodero molto prima di entrare in ambiente riscaldato e ciò solo al fine di ridurre il più possibile la formazione di condensa interna sulle superfici ottiche. In merito a questo tipo di utilizzo si chiarisce che non vi sarebbe comunque alcun problema per lo strumento in se, sia per l’evidente sua robustezza, sia per i materiali lubrificanti presenti (specifica di lavoro con piena efficienza garantita in una forbice di temperatura ambiente compresa tra i -40°C/+65°C).

    Infine si eviti altresì di esporre lo strumento in zone di prossimità a fonti di elevato calore per qualsiasi necessità tipo ad esempio per una veloce asciugatura (termosifone, stufa, phon, ecc.).

    Queste attenzioni, anche le più ovvie, sono unicamente richieste a vantaggio di tutti i Richiedenti e solo per il fatto di evitare poi le necessarie future ripuliture fini alle superfici ottiche, sia esterne, sia soprattutto interne (con ovvio necessario rismontaggio), e chiaramente per evitare e/o ridurre la formazione di dannose condense e conseguenti muffe interne.
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    Ciao a tutti.
    In queste ore sono stato colpito da un grave lutto famigliare.
    Metto a dsposizione delle persone, secondo loro volontà, il mio Huet 10X35 Astropan per una prova diretta.

    Spedirò lo strumento secondo mie possibilità, su richiesta confermata del richiedente (ribadisco, secondo mie disponibilità temporali). Il Richiedente ne sosterrà per intero, se lo vorrà provare detto strumento, le spese di spedizione, dal mio domicilio alla propria residenza e conseguente ritorno.
    Il Richiedente, solo se ricompreso nell'elenco sottoscrtto, si obbigherà formalmente a ritornarmi l'oggetto.

    Il Richiedente avrà disponibilità dell'oggetto per un mese a decorrere dalla data di ricezione dello stesso, poi si obbligherà a restituirlo a vantaggio del Richiedente successivo.

    Il Richiedente avrà l'obbligo di curare detto oggetto secondo la maggiore cura, a vantaggio di tutti gli altri che proveranno successivamente lo strumento dopo di lui e verso me, per ultimo.

    Le persone che hanno al momento diritto alla prova, secondo la mia volontà, sono:

    Giovanni Pireddu
    Grisuele
    Carlo Rossi
    John Noble
    Daniele Ricci Mingani
    Codarossa
    Alessio
    Francesco Valentini

    Vi prego di rispettare la scaletta, in oridine di spedizione.

    Con l'occasione devo a Giovanni Pireddu (Megalodonte) formali e pubbliche scuse per non averlo avvertito sul fatto che poi avrei pubblicato notizie in merito a questo rarissimo Huet. Giovanni, non l'ho fatto in malafede, hai la mia parola.

    Ho scelto invece di fare questo a possibile vantaggio di tutti gli appassionati di questi strumenti, dato il vincolo di segretezza che ho e abbiamo mantenuto per anni con Ottaviano Fera, in modo che la notizia di questo progetto fosse poi allargata, quanto prima (ad Ottaviano devo molto) il più possibile a tutti, così da assicurare a tutti, anche a quelli dopo di noi, la ricerca e la futura preservazione di questo incredibile progetto, qualora se ne trovassero altri esemplari.

    Mi scuso con chi non è al momento ricompreso in questo elenco. Si vedrà in futuro.

    Io, solo alla fine riceverò lo strumento, e solo dopo che tutte le persone sopra indicate lo abbiano avuto con se, per un mese ciascuno.

    Ritengo che ciò sia pura questione di conscenza, di consapevolezza, e anche di puro piacere, il poter dar modo, almeno ad una prova.

    Mia madre mi ha insegnato che donare è più importante che ricevere.

    Le mie visioni attraverso questo strumento le devo a Lei, che era una Regina di altruismo, rispetto, e attenzione per qualsiasi persona.
    Portate rispetto a questo stumento prezioso e rarissimo.

    Vi saluto caramente, e Vi ringrazio per per belle parole su di me che avete scritto.

    Marco
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    Intanto iniziamo a scendere in dettaglio:

    La Classe Pan di Huet:

    significato e scelta della desinenza finale "pan"
    Dal Vocabolario Treccani:

    pan- [dal gr. παν-, che è propr. il neutro dell’agg. πᾶς «tutto»]. – Primo elemento di molte parole composte, anche della terminologia lat. scient., derivate dal greco o formate modernamente, che significa in genere «tutto, interamente» e sim.

    Astropan o Astropanico...

    Ma Pan è anche un'antica divinità greca:

    "La parola “panico” deriva da Pan, il nome di un antico dio greco, divinità dei boschi e della natura, dall’aspetto spaventoso e inquietante perché mezzo uomo e mezzo binocolo.
    Nella mitologia greca, il dio Pan si aggira nelle foreste dei cassetti, negli armadi, in cantine polverose, e ...insegue le ninfe e mette loro paura. Arriva all’improvviso e ogni volta cambia aspetto e si traveste, quindi è molto difficile sottrarsi agli incontri con lui perché lo si riconosce sempre dopo (ma dopo è troppo tardi).
    Poi, altrettanto repentinamente, se ne va, lasciando dietro di sé un senso di ansia (e infinito sgomento) e di inquietudine per la paura che di nuovo tornerà (a mostrarsi) senza sapere quando, né perché.
    In realtà il dio AstroPan non fa male a nessuno, ma nessuno vuole incontrarlo, me che meno i collezionisti di binocoli, ne vuole parlarci perché è brutto, cattivo, piccolo, imprevedibile e fa una paura terribile, soprattutto a certigiapponesi.
    Ma cosa direbbe il dio Pan se potesse parlare di sè?
    Proviamo ora a collegare la figura del dio AstropanPan con quello che accade durante un attacco di panico.

    Apparentemente inspiegabile, l’attacco di Astropanico sembra comparire all’improvviso, senza causa apparente: si comincia a tremare, aumenta il battito cardiaco, ti senti soffocare e hai paura di impazzire, di morire o di perdere il controllo, completamente.
    Anche in questo caso però, nonostante queste sensazioni, non ti accade nulla di simile: non muori, non impazzisci e il controllo lo perdi solo momentaneamente a causa della grande paura che lo stesso panico astrale ti provoca.
    Poi il panico di nuovo sparisce e, come le ninfe dei boschi, sei tu a restare con l’ansia e l’inquietudine pensando che di nuovo tornerà quando vorrà lui, senza che tu possa fare nulla per prevederlo e quindi fermarlo.
    L’attacco di astropanico sembra proprio un attacco del dio Pan.
    La paura di ritrovarsi Sue prede porta spesso le persone a preferire il vivere isolate piuttosto che rischiare di doverlo di nuovo affrontare.
    Così evitano luoghi specifici (siti di binocolisti incalliti) dove potrebbero incontrarlo, situazioni particolari nelle quali il dio Pan potrebbe essere presente, relazioni con persone estranee perchè potrebbe essere lui che si presenta sotto mentite spoglie.

    Ma se il dio AstroPan rappresenta l’istinto in tutte le sue forme, dobbiamo chiederci se la sensazione di astropanico che si prova durante un suo attacco non riguarda proprio la paura di queste forze naturali che abbiamo dentro e che vogliamo tenere sotto controllo.

    In realtà è proprio lo sforzo di controllare le proprie emozioni che causa gli attacchi di astropanico, esattamente come un vulcano che trattiene il fuoco dentro di sè e quando esplode distrugge tutto.

    Poiché il panico è un disagio emotivo che si esprime in maniera evidente anche a livello corporeo (ad esempio con stati febbrili), una psicoterapia che prenda in considerazione non solo la mente ma anche il corpo può essere considerata molto utile ed appropriata."

    Testo non mio, solo modificato in alcuni punti. :rolleyes:

    DSC_0003
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    Scusate la brevità ma ora non ho proprio tempo.
    Ovviamente mancano molti 10X di buona grandangolarità (Kestrel, Docter ed altri), e una lunga lista di ottiche 10X con prestazione di FOV tra i 100 e i 115m ma così a colpo d'occhio si traguarda d'impatto questo singolo dato.

    Nota: la lunghezza dei tratti è precisa, fatta utilizzando il righello in testa pagina di un documento in word. Il rapporto tra le lunghezze esposte è dunque reale.

    Fov_10X

    Edited by Marco Ghirardi - 4/12/2018, 11:27
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    Ciao Alessio, per non creare un OT secco ti consiglio se di tuo interesse di creare un thread distinto e dedicato in merito alla richiesta di confronto dei tre 10X da te citati. Anticipatamente sono tutti eccellenti strumenti ma in termini di similitudine, rispetto all'Astropan, sono davvero abissalmente diversi. Sono perfettamente confrontabili fra loro (aggiungerei il Nikon 10X42 SE), ma non con questo Huet. Apri una discussione su questo confronto e chi vorrà, anche io, porterà le prioprie esperienze ed opinioni.
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    Troppo forte Zio, ma grazie a te che sei un pozzo di informazioni.

    Ciao Giovanni, sull'aspetto prestazionale vorrei che ti rispondesse Ottaviano, molto più bravo di me, più scientifico.
    Sulla derivazione che ipotizzi te la confermo in pieno. L'Astropan deriva in maniera evidente dal Telepan. Stessa cassa, stesso oculare da 88° e soprattutto stesso scafo, che in entrambi rivela l'uso massiccio di ottone. A differenza del Mirapan, versione civile che difatti deriva da questi, qui lo scafo è realizzato in metallo pesante. Il mio esemplare all'esterno è stato lasciato volutamente come è stato ritrovato, senza alcun ritocco di vernice, proprio per esaltare la rilucenza di questo tradizionale metallo di uso esteso nell'ottica classica.
    Sulla luminosità è un discorso molto particolare: al mio occhio mi risulta decisamente più brillante del mio esemplare di Mirapan e ciò non penso sia dovuto alla lente 35 (con 10X pupilla di uscita ridotta comunque rispetto all'8X, quindi le cose si pareggiano).
    Penso invece che sia proprio la qualità del vetro ottico impiegato, con diversa specifica.
    Le lenti obiettive, e anche quelle oculari, nel mio Astropan presentano cromie del tutto differenti rispetto al Mirapan, molto, molto diverse, con una quasi assenza del classico trattamento Huet in azzurro intenso.
    Ti direi che la dominante maggiore è una tinta ambra con leggeri riflessi dorati. E il trattamento AR è proprio di tipo diverso, non corrotto dal tempo.
    Mi dicono che non stai bene in queste ore. Ti auguro una pronta e completa guarigione.

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    Alpini, non devi dispiacerti di contraddirmi, anzi, avendo la possibilità di dimostrare che sono in errore. Va benissimo.
    Impressionante raccolta!
    Mi stai facedo venire dei dubbi in merito ai miei pezzi che posseggo e che controllerò appena ne avrò la possibilità.
    In merito alla concavità, tu che ne hai parecchi e di tutte le serie, puoi cortesemente verificare se tra la tipo Zero/A e le successive B/C/D questa concavità della prima lente oculare è più ridotta?
    Nella versione A che posseggo mi risulta evidente, molto meno, tanto da non notarla, sulle altre serie.

    Intanto ti ringrazio molto di aver portato questo dettaglio all'attenzione di tutti.

    Poi: visto che sei l'unico (che finora si qui è palesato) ha possedere la versione Zero del Milli 312.20,
    ci diresti qualche cosa in merito su caratteristiche/differenze rispetto alle serie successive? Grazie
895 replies since 24/10/2014
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